Quando è nata la Grappa di monovitigno?
Occorre dire innanzitutto che la pratica di distillare vinacce di una singola varietà di uva affonda le radici nella storia della Grappa.
Prova ne è l'innumerevole quantità di bottiglie di Grappa di moscato, di malvasia o di prosecco che sono conservate nella Grappateca del Poli Museo della Grappa a Schiavon.
Fra le tante una merita di essere menzionata ed è questa Grappa di moscato prodotta dai fratelli Gancia di Canelli, in Piemonte.
Nell'etichetta non compare la gradazione alcolica perché in quell'epoca, e parliamo degli anni '20, non era obbligatorio. Bastava scrivere, come infatti si vede, che contiene alcol in quantità superiore ai 21 gradi del volume.
C'è anche scritto in etichetta che i fratelli Gancia erano Provveditori di Sua Maestà, il Re d'Italia.
Che sia una bottiglia che risale agli anni '20 lo si capisce dal fatto che non è ancora presente il sigillo di metallo che comprova il pagamento dell'accisa. Questo sigillo è stato reso obbligatorio solamente a partire dal 1933.
Agli inizi degli anni '70 poi è stata coniata la parola "monovitigno" per indicare una pratica piuttosto antica che è appunto quella di distillare vinaccia di un singolo vitigno.
Quindi un termine nuovo per una pratica vecchia di almeno 100 anni.
Buona Grappa a tutti!
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