Il Medioevo: tra alchimia e scienza

Età medioevale (476 d.C. - 1492)

Alchimisti arabi, fra cui Rhases (860-940) e Avicenna (980-1037), descrissero la preparazione dell'acqua della vita ed il metodo di distillazione che permette di arricchire il prodotto facendo passare i vapori alcolici attraverso la cenere o la calce viva; essi distillavano anche il mercurio e forse l'alcol, senza conoscerlo. In origine la parola alcol, dall’arabo al-kohol, significava la “cosa sottile”, una polvere nera impalpabile usata dalle donne come trucco per gli occhi. L'alchimista arabo Abū Mūsā Jābir ibn Ḥayyān al-Azdī, detto Geber (721-815), descrisse gli apparecchi usati per la distillazione dei vegetali, tra cui l'acqua di rose, il cui olio essenziale era indicato quale rimedio a molte malattie. La scienza araba ebbe il grande merito di tramandare le conoscenze in materia di distillazione alla scienza medievale europea.

Grande importanza ebbe la Scuola Salernitana, che a partire dal X secolo raccolse queste conoscenze e ne approfondì lo studio e la ricerca, dandone ampia diffusione. In seguito, l’alchimia si diffuse sempre più e venne praticata anche nei monasteri. In questi luoghi di cultura, troviamo dotti come Alberto Magno (1193-1280), che in alcuni suoi scritti parlò di un’aqua ardens ottenuta dal vino, così leggera da galleggiare sull’olio d’oliva.
Dzsábir ibn Hajján - Geber

Le prime innovazioni

Taddeo Alderotti di Firenze (1215-1302), nel codice vaticano Consilia del 1276, descrive dettagliatamente la produzione dell'acquavite ricavata dal vino con doppie distillazioni. L’Alderotti è inoltre il primo a parlare del serpentino immerso nell'acqua fredda per la condensazione dei vapori. Tra il XIII e il XIV secolo compare infatti il sistema di refrigerazione ad acqua. Il beccuccio del capitello, anziché terminare direttamente nel vaso di raccolta del distillato, veniva fatto passare all’interno di una botticella piena d’acqua fredda; ne parlerà il senese Andrea Mattioli (1570 - 1577), importante studioso e filologo, qualche secolo più tardi.

Una grande importanza nella commercializzazione dei distillati spetta a Venezia, la perla dell’Adriatico. La distillazione si diffuse nel Veneto tra il 1200 e il 1300, quando Venezia era un importante mercato di acquavite di vino e di vinaccia che esportava in Germania e in Oriente, come rimedio per la peste e la gotta.

Alla fine del 1300 diventò popolare la preparazione dell’acquavite di vino, da quando il medico padovano Michele Savonarola (1385-1468) pubblicò il primo trattato sulla sua preparazione, il “De Conficienda Aqua Vitae”, considerato un documento fondamentale nella storia della distillazione, poiché promosse la pratica, la conoscenza e l'uso dell'acqua vitae.

Un leggendario alchimista è considerato l’anello di congiunzione fra l’alchimia medioevale e la chimica medica rinascimentale: Theopharst Bombast von Hohenheim, detto Paracelso (1493-1541). Egli usò per primo il termine alcol, col significato di finezza eccellente, come sinonimo di spirito di vino o di aqua ardens.
rappresentazione-allegorica-alchimia

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