Il Novecento: la Grappa tra guerre e accise

Fino a tutto l’800, la Grappa conserva un’identità popolare, se non addirittura rustica. Considerata come una bevanda di esclusivo consumo maschile, essa attraversa la prima metà del Novecento conservando la sua natura di bevanda forte e corroborante. 

La Grappa conquistò definitivamente un posto nella storia durante la Grande Guerra e il Monte Grappa ben ne testimonia l’importanza. Essa divenne il coraggio liquido necessario agli Alpini per affrontare i pericoli e le difficoltà.

Nel 1870 in Italia è stata introdotta l'accisa sugli spiriti, ossia l'imposta indiretta che grava sulla produzione e la vendita di determinati prodotti, come gli alcolici. Per comprovare il pagamento dell'accisa, il produttore deve apporre un Sigillo di Stato sul collo delle bottiglie di Grappa da immettere in commercio. 

I primi Contrassegni di carta con lo Stemma Sabaudo introdotti da Vittorio Emanuele III nel 1930, vennero sostituiti nel 1933, in piena epoca fascista, da sigilli di alluminio con lo stemma sabaudo contornato dai fasci littori. Nel 1944 , a seguito della caduta del fascismo, i fasci littori furono rimossi dal sigillo; nel 1947, con la nascita della Repubblica Italiana il sigillo fu ulteriormente modificato con l'apposizione del profilo di una donna (sigillo “Testa di donna”); nel 1949, con la creazione dell’emblema ufficiale della Repubblica Italiana, viene prodotto dalla Zecca di Stato il Sigillo “Stella”, con una stella a cinque punte al centro di una ruota dentata con foglie di ulivo e quercia. 

A partire dal 1952, il sigillo di alluminio è stato affiancato dal Contrassegno di Stato di carta dentellata. 
Dal 1959 il contrassegno di carta è diventato l'unico sigillo utilizzato per comprovare il pagamento dell'accisa.