La "ruta": un digestivo da preparare con attenzione

«E' calda e secca nel terzo grado. È ella non solamente al gusto acuta, ma amara. Digerisce, risolve, incide, dissecca valorosamente e caccia il vento».
Questo si legge nell'Herbario Nuovo di Castore Durante, medico del XVI secolo, che in breve conferma quanto era già noto fin dall'antichità intorno alle proprietà della Ruta.

Che la ruta sia un buon amaro digestivo e carminativo è risaputo anche ai giorni nostri; meno nota invece è quella sfera di magia che la coinvolse, come del resto fu per moltissime altre piante.
Tutto nasceva dal fatto che la forma a croce del fiore di ruta, interpretato come simbolo divino, doveva per forza darle un potere di esorcismo attivo contro gli spiriti malefici.
È per questo che presso le popolazioni dell'Europa centrale era in uso preparare delle corone di ruta per riporle nelle tombe o negli altari delle chiese; è per questo anche che essa veniva considerata un rimedio sicuro contro gli attacchi isterici quando l'isteria era ritenuta un intervento demoniaco.
Come se non bastasse, essa fu ritenuta anche un pericoloso abortivo tanto da interessare in passato anche la medicina legale; ma quest'ultimo aspetto farmacologico, anche se in parte dimostrato, è comunque interpretabile come un reale effetto emmenagogo, visto che l'azione abortiva diretta all'utero doveva raggiungere dosaggi di tale levatura da provocare uno stato di intossicazione generale.

Non è certo questo il problema di una buona Grappa di Ruta che, se preparata con attenzione (bastano tre rametti in un litro), altro non può che esaltare le già note proprietà digestive.

- 3 rametti di Ruta
- 1 litro di Grappa

I rametti di Ruta dovranno essere raccolti a fioritura avvenuta e messi a macerare nella Grappa avendo cura di agitarla di quando in quando; questo per tutta la durata della macerazione (un mese circa) che dovrà avvenire a temperatura ambiente.
Qualche mese di stagionatura ci darà un liquore delicatamente amaro di colore verde-pallido, quasi giallo.